L'era del Ferro

Dal divano alla finish line

Chi ha paura del buio?

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Salomon XA Pro 3D, la mia prima scarpa da trail

Salomon XA Pro 3D, la mia prima scarpa da trail

Ho trascurato il blog. Sì lo ammetto, e c’è stato anche del dolo. Avevo bisogno di staccare, staccare dagli allenamenti e trovare un nuovo obiettivo che renda sensato svegliarsi la mattina alle 5 per andare a correre, tornare a casa distrutti dal lavoro la sera alle 8 e buttarsi sulla spinbike, uscire la domenica mattina per un combinato da 4 o 5 ore. E non avendo ancora individuato “la prossima meta” sarei venuto qui a raccontarti banalità, meglio lasciarti tranquillo che di blablabla vuoto al mondo ce n’è già abbastanza senza che anche io contribuisca.

L’obiettivo in questo mese e mezzo l’ho trovato, giusto stamattina, e nel frattempo ho fatto anche uno sprint, un olimpico e allenamenti quasi seri a piedi e in bici. Un po’ meno a nuoto. Avevo pensato a Firenze Marathon come impegno autunnale, sentendomi quasi obbligato a ritoccare il personale sui 42 km ma qualcosa nel mio cuore mi diceva che non era quello che cercavo.

Sono stato tanto inquieto da non iscrivermi neanche, per fortuna, e  a un tratto oggi si è accesa la luce. Sì, un’illuminazione improvvisa, sulla via di Baldini for Runners (il negozio gestito dal di cui oro olimpico nella sopracitata nobilissima distanza) mentre andavo a comperare il mio primo paio di scarpe da trail. Niente maratona “normale” ma un trail, anzi un Ultratrail perché le cose normali a me non piacciono. Deve esserci un elemento di follia, deve esserci il “non ce la può fare”, deve esserci il “questa roba è per pochi” per darmi sufficiente spinta a allenarmi in orari improbabili e fare i sacrifici che sappiamo. Che sia poi per anticonformismo, spirito di ribellione o manie di protagonismo questo non te lo so dire. Però è così, e funziona.

Ho scelto il Trail del Cinghiale, 29 novembre: 60 km, 4300 mt di dislivello. Troppo? eh, può darsi, tant’è che mi tengo in tasca la possibilità di scendere a 42 km e soli 3000 m D+. Però mi piace l’idea di non avere l’assillo del tempo, mi piace l’idea di migliorare nella esplosività muscolare che serve per affrontare una gara in montagna, mi piace l’idea di correre con poche persone attorno, in posti silenziosi in cui poter pensare senza dover guardare continuamente il cronometro. Mi piace l’idea che sia il primo passo verso altre gare come il Monte Bianco, Lavaredo, il Tor de Geant un giorno e poi…beh in fondo gli ultimi 12 km del Norseman sono un trail no?

Finalmente dopo tante settimane mi sento di nuovo sereno, di nuovo felice. Ho un obiettivo davanti a me, di quelli che ti fanno sognare e tremare allo stesso tempo. Sono circondato da persone che mi vogliono bene e ho ben chiaro come voglio che sia il mio futuro, sportivo e non solo. Norseman e IM Maiorca come appuntamenti 2015, una primavera dedicata alle corse in montagna, se mi va male con l’estrazione della Norvegia di gare belle sulle Alpi a giugno e luglio ce ne sono a bizzeffe. E poi tutta la mia vita a cui far fare un salto di qualità. Si comincia dai sogni, la realtà più bella arriva da lì. Solo che tra un sogno e l’altro bisogna avere il coraggio di stare un po’ al buio, anche se fa paura.

6 thoughts on “Chi ha paura del buio?

  1. Sei ambizioso, direi! Ma se fai queste scelte, questi pensieri, vuol dire che te lo puoi permettere e che sai cosa stai facendo. Vediamo dove arriverai, vediamo. Credo in te.

  2. grande obiettivo…. in bocca al lupo per tutto!!!!!!!!!

  3. Hai tutta la mia stima, avanti cosi in bocca al lupo!

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