L'era del Ferro

Dal divano alla finish line


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L’importanza di lasciar (s)correre

Alternative divertenti al solito allenamento

Alternative divertenti al solito allenamento

Si muove veloce la campagna sotto le ruote larghe e tallonate della mountain bike. Il cervello sbatacchia contro la scatola cranica e per fortuna che l’ammortizzatore anteriore rende gli scuotimenti tutto sommato tollerabili. Un rivolo di sudore scende dalla fronte, dentro le orecchie il suono del cuore che pompa forte. Strappetto, quadricipiti che producono acido, respiro che si mozza. Neanche il tempo di arrivare in cima, ecco subito la discesa tecnica e guidata, poi giù in fondo occhio al fango che diventa una trappola, su un pignone piccolo per tirarsi fuori da queste sabbie mobili. Se ti distrai sei fregato, l’impatto con il terreno è garantito.

È proprio come vivere, penso, pedalare in fuori strada.

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Progetti per il futuro

2 novembre 2013: nato per la seconda volta

2 novembre 2013: nato per la seconda volta

Caro blog,

avevo pensato di chiuderti, dopo la fine dell’avventura americana. Sei stato un compagno di viaggio ingombrante, mi hai richiesto tanto tempo e energie. Per lo più ti sono stato fedele, a volte ti ho trascurato, cercando poi di recuperare il tempo perduto ma ultimamente rinunciando persino a quello.

Un anno bellissimo e terribile contemporaneamente, quello vissuto con te. Eppure un anno che mi ha fatto crescere, costringendomi ad affrontare a viso aperto i problemi, farmi attraversare dalla paura e dalla sofferenza tremenda che solo la perdita di un genitore può causare (e per carità, non ne faccio un dramma che tante persone affrontano tragedie peggiori, questo in fondo è semplicemente il ciclo della vita). Continua a leggere

Ironman Florida 2013 – Gallery fotografica

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Ironman Florida 2013 – La gara

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Subito all’arrivo della gara avevo registrato un video per ricordare le emozioni vissute. Destino ha voluto che il tast “rec” non abbia voluto collaborare quindi niente parole al traguardo scolpite per sempre nei bit.

Con calma, qualche giorno dopo ne ho registrato un’altro, magari meno emotivo ma di certo più lucido, che sintetizza in poco più di 4 minuti la gara.

E così dopo tanti mesi e tante parole scritte lascio alla mia voce il racconto di come sono diventato Ironman in 11 ore 39 minuti e spiccioli.

Quello che ho realizzato soltanto molte settimane è che è stato un giorno semplicemente perfetto. E che sono un privilegiato ad averlo potuto vivere.