Da quando condivido il mio laboratorio test con Fabio (https://studiopezzoni.com/), biologo nutrizionista e Ironman con cui seguo gli atleti in maniera integrata, ho cominciato a guardare con più interesse agli aspetti di alimentazione e idratazione legati allo sport di endurance. Un’area che fin’ora avevo derubricato come “non è affare mio” ma che adesso stando tutto il giorno a sentire parlare di BIA e diari alimentari non posso più fare finta che non sia importante conoscere.
La pratica continuo a lasciarla a lui, che per seguire al meglio i nostri ragazzi ha accesso anche a Training Peaks così da poter controllare in tempo reale volumi e carichi, oltre che integrare i piani di allenamento e il loro monitoraggio con quelli nutrizionali. Una collaborazione che non solo è importante per l’atleta, che in questo modo è sicuro di allenarsi con il giusto metodo e di rifornirsi di energia in modo corretto, ma che aiuta anche il tecnico a fare meglio il suo lavoro, ad esempio sfruttando le BIA effettuate ai controlli per fare il punto circa le condizioni di forma, poiché la quantità di acqua intra e extra cellulare è una vera e propria prova del nove rispetto a strumenti come il Performance Manager e SuperOp.
Non poteva che capitare meglio quindi l’invito da parte della Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione e il Comitato Succhi 100% a partecipare a una mattinata dedicata alla corsa e all’alimentazione pre-post allenamento. Lo scopo era di fare chiarezza sui succhi di frutta in relazione alle esigenze degli sportivi.