Nebbia e freddo, il mio respiro vaporizzato suona un ritmo in tre quarti con i battiti del cuore. A fare da sottofondo il basso continuo del tubolare slick che plana sopra l’asfalto umido. Attorno a me le colline delle terre Matildiche, tanto brulle e inospitali quanto affascinanti, hanno un qualcosa di magico e terribile allo stesso momento.
Non ci sarei mai uscito da solo in una giornata come questa, e invece il coach si è scapicollato insieme a Leonardo fino a ReggioquasiParma per farmi fare questo giretto da 40 km, 10 km di salita da San Polo d’Enza, poi discesa a rotta di collo fino a Ciano e indietro. Pendenze serie e tornanti da fare ripartendo con il sedere staccato dalla sella. Insomma il terreno ideale per me, piccoletto e leggerino, amante delle salite ripide anche se per nulla a suo agio nelle discese tecniche.
Essì, ero in forma oggi, un bel po’. Me li sono divorati questi 20 km di salita, con il sorriso sulla bocca e neppure troppo affanno. Forse pure troppo perchè ovviamente Ironfrankie ha subito visto che sono anche già troppo in condizione a 10 mesi dall’obiettivo principale della stagione e quindi mi ha già bello che messo dei paletti sui ritmi da tenere sia in bici ma soprattutto a piedi. E vabbeh, tanto sia per esperienza che per conoscenze tecniche lo sappiamo che ha ragione lui. Quindi obbedire.
Comunque sia, ci sono giorni in cui vai e basta, non lo sai neanche tu perchè. I quadricipiti stamattina mi esplodevano di energia e così ho ingaggiato duello con tutti i ciclisti incontrati lungo la strada (beh tranne uno che andava ad una velocità insensata contro il quale proprio non mi ci sono messo). E poi sapere che in mezzo a quel freddo e a quell’umidità non sei solo, che sulla strada ci sono due amici, anzi di più, due compagni di avventure, è quello che fa la differenza. Scalda il cuore. L”unica cosa che fa veramente bene la vigilia di Natale.