L'era del Ferro

Dal divano alla finish line


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365 giorni

Un anno fa tagliavo il traguardo di Panama City Beach e diventavo un Ironman.

Mi avevano detto che finire la tua prima gara è come nascere per la seconda volta. Era vero.

Non è che non si fanno più errori o si diventa indistruttibili, anzi. E’ che si diventa molto più consapevoli di ciò che siamo, di ciò che non siamo, di ciò che vogliamo essere e di ciò che non saremo mai.

E poi, questo non potevo immaginarlo, si diventa anche responsabili. Che ci piaccia o no quando si indossa maglia da finisher diventiamo un riferimento per gli altri, per chi ci guarda sognando di raggiungere lo stesso obiettivo e anche per chi ci guarda prendendoci come simbolo di una follia da crisi di mezza età.

Sta a noi trasmettere il significato più vero dei chilometri e della fatica, oppure trasformare tutto in un esercizio narcisistico.

La parola responsabilità, dopo che ho passato quel traguardo, ha assunto un significato tutto nuovo. Sono un privilegiato.

2 novembre 2013: nato per la seconda volta

2 novembre 2013: nato per la seconda volta

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Ironman Florida 2013 – Gallery fotografica

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Ironman Florida 2013 – La gara

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Subito all’arrivo della gara avevo registrato un video per ricordare le emozioni vissute. Destino ha voluto che il tast “rec” non abbia voluto collaborare quindi niente parole al traguardo scolpite per sempre nei bit.

Con calma, qualche giorno dopo ne ho registrato un’altro, magari meno emotivo ma di certo più lucido, che sintetizza in poco più di 4 minuti la gara.

E così dopo tanti mesi e tante parole scritte lascio alla mia voce il racconto di come sono diventato Ironman in 11 ore 39 minuti e spiccioli.

Quello che ho realizzato soltanto molte settimane è che è stato un giorno semplicemente perfetto. E che sono un privilegiato ad averlo potuto vivere.