L'era del Ferro

Dal divano alla finish line


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Petto in fuori e pancia in dentro – Week 3/4 IM Klagenfurt

Fatica, una gran fatica. No accidenti non è quella che faccio ad allenarmi ma quella che faccio a mantenermi su un livello accettabile di pazienza con questa stupida tendinite alla spalla, anzi ormai al braccio perché per fortuna è interessata solo un porzione del capo lungo.

Sembra che abbia trovato la quadra grazie alla combinazione di ghiaccio e esercizi di rinforzo per braccia e schiena ma ancora la strada è lunga. Se non altro non provo quasi più fastidio nella vita quotidiana, preludio alla definitiva guarigione sempre che continui con gli esercizietti e la crioterapia.

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Delle virtù necessarie e delle presunte impossibilità – Week 1 IM Klagenfurt

Se avessi dovuto dare ascolto a tanti circa l’opportunità, e ancora di più, le possibilità di portare in fondo la missione Florida avrei dovuto lasciar perdere, anzi, non avrei proprio neanche dovuto pensare di fare un Ironman. E ancora, se avessi dovuto fondare la preparazione unicamente sulla forza e sull’integrità fisica sarei ancora lì a aspettare di riprendere gli allenamenti dopo l’ennesima problema al tendine d’Achille, o alla bandelletta o alla cuffia.

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Training Report: Week 23

Su questa settimana 23 ci devo mettere il cartellino “infortunato”, che sarebbe dovuto stare appeso lì fin dal martedì dopo Roma e invece mi sono colpevomente ostinato a far finta potesse continuare a stare nel cassetto degli unguenti magici.

Tecar, manipolazione, stretching e nuoto sono stati il pane quotidiano, sotto la guida del mio osteopata di fiducia (e triatleta) Giacomo, che non si è limitato a prendersi cura della mia gamba ma mi ha anche pesantemente cazziato per la totale mancanza di rispetto che ho per il mio corpo, stigmatizzando i seguenti errori: sottovalutazione del danno, assenza di una seduta specifica di stretching a settimana, sovraccarico generato dalla fissazione di voler andare ogni giorno sempre più lontano e sempre più veloce.

Nuotando come un disperato e stando in palestra sdraiato sul tappetino per decine e decine di minuti ho maturato un po’ di considerazioni:

1) E’ patologico pensare che la performance sia una linea continuamente ascendente in funzione del tempo. Analizzando i tempi e i volumi balza subito all’occhio come dopo una settimana di carico ne segua una in cui (indipentemente che sia ancora di carico o scarico) sono più lento\faccio più fatica. Va accettato, fa parte del concetto stesso di allenamento, non devo assolutamente forzare tutti i giorni perchè “così ho la conferma di non essere regredito”. Grosso errore ragionare in questo modo

2) Mi tiro troppo il collo, devo riposare di più e soprattutto piuttosto rinunciare a 10′ di allenamento ma non saltare mai lo stretching. Facendolo, in questi giorni, ho chiarissimo il motivo per cui mi si è infiammato il tendine d’Achille: ho tutta la catena muscolo-tendinea della gamba destra rigidissima: soleo, posteriore tibiale, gemelli, tensore della fascia lata. A sinistra è bella flessibile, a destra di legno. Colpa mia che non ho rispettato il mio corpo.

3) Riabilitazione, allenamento, gara vanno affrontati con la stessa attitudine mentale per cui si vuole a tutti i costi dare il 100% di se stessi. Questo però non siginifica tirarsi il collo tutte le volte. Si tratta di fare le cose per bene,cioè portare il proprio corpo ad esprimire il massimo delle sue possibilità in quel momento, che non c’entra un tubo con le prestazioni assolute che ne derivano.

Ora a parte continuare con il programma di riabilitazione rimango concentrato nel tentativo di recuperare al 100% per domenica prossima, visto che ho in programma il 70.3 di Lido di Volano. Va considerata non come gara ma come allenamento organizzato, quindi se non sarò perfetto mi limiterò a nuotare e pedalare ritirandomi prima della frazione running. Non devo dimenticare che il mio target è fare un grande Ironman Florida, e da qui a Novembre c’è un sacco di tempo, sufficiente a farsi male un’altra volta e anche a finire in overtraining. La difficoltà dell’Ironman, sto capendo, consiste nella necessità di equilibrio mentale, controllo del corpo e gestione delle risorse. Chi ha detto che si tratta di pura forza?

Lunedì 8 aprile – Nuoto

Ormai ho imparato che l’acqua mi dà molto sollievo, sia quando ho problemi di tipo infiammatorio sia quando sono in sofferenza muscolare post gara. Oggi, vero e proprio disastro, rientravo in entrambi i casi a causa delle tonnellate di acido lattico nelle gambe e del maledetto tendine d’Achille conciato malissimo. Camminare, scendere o ancora peggio salire le scale, muovere anche di soli pochi gradi la caviglia mi ha procurato durante la giornata un dolore fortissimo.

Ho nuotato più che altro per smaltire l’acido e tenere al freddo la caviglia, soffrendo a bestia ogni volta che mi spingevo sul bordo con i piedi dopo la virata. I 4 km teorici della tabella sono diventati 3 perchè ad un certo punto ho deciso di smettere con la tortura. Fisicamente, ma anche di testa, non c’ero proprio (anche perché questa è stata la settimana della terza chemio di papà, con tutte le preoccupazioni e i pensieri che comporta) per cui ho preferito trascinarmi a casa e mettermi in ghiaccio. Nel pomeriggio intanto mi sono preso l’appuntamento con l’osteopata per mercoledì.

La tabella non la metto neanche perché stavolta importa davvero poco.

Martedì 9 aprile – Tecar

Mercoledì 10 aprile  – Nuoto e stretching

Nettamente migliorata la situazione tendine, ho fatto 45′ di allungamenti “a secco” prima di buttarmi in piscina dove con la Ili abbiamo dato vita a una bella seduta 20 x 200 m. Un totale di 4 km ad un ritmo di 1’59″/100 m che mi ha reso molto felice. Certo il tempo conta (al netto delle riflessioni di cui sopra) ma soprattutto il fatto che sono uscito dalla vasca non troppo stanco. Uso molto poco le gambe, altrimenti credo che qualcosina più forte potrei fare, e questo approccio conservativo mi tornerà utile in gara quando dovrò saltare sulla bici dopo il nuoto.

20 x 200 m (passo), rec 20″.

Giovedì 11 aprile – Stretching

Ancora tre quarti d’ora di tortura. Quando ci si tira seriamente, stando parecchi minuti in allungamento e cercando di aumentare progressivamente, si suda e i battiti cardiaci salgono. Si soffre anche, è allenamento vero.

Venerdì 12 aprile – Tecar

Oltre alla terapia anche un bel po’ di  manipolazione per sciogliere i muscoli irrigiditi e poi una manovra abbastanza dolorosa (ma istantanea) per liberare il bacino. Crocchi e scrocchi abbastanza impressionanti, dopo i quali ci si sente molto più leggeri e sciolti. Unico problema è che se lo si fa prima di andare al lavoro poi la sensazione di relax è tale che servirebbe un sonnellino.

Sabato 13 aprile – Nuoto

Ancora un bel treno in acqua con la Ili e Stefano. 3 km di ripetute brevi e medie chiuse a 1’46” di media coperti con grande concentrazione e badando a eseguire tutte le ripetute ad un ritmo uniforme, un metodo di “educazione” al mantenimento del passo gara che richiede molta discipina. Tutti i 100 m chiusi intorno a 1’49” e tutti i 50 m completati tra i 52″ e i 55″. A seguire allungamenti nella vasca bassa e acqua calda.

Domenica 14 aprile – Riposo


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Training Report: Week 10 – Day 2

Nonostante il riposo totale di martedì ieri ho avuto ancora parecchio fastidio al ginocchio quindi mi sono deciso a prendere in mano la situazione e dedicarmi a un’oretta di “rimessa in dima”, come la chiamo io. Mi spiego: la somma di sforzo ad alta intesità prolungato, wave rider 15 con pochissimi chilometri sopra, l’umidità di questi giorni e 3 settimane senza che facessi i fondamentali esercizi isometrici si sono tradotti in una bella infiammazione del tensore della fascia lata, la cosidetta “bandelletta” che duole quando il ginocchio viene piegato a meno di 100/90° (almeno nel mio caso.

Ormai lo so, non posso smettere di fare core stability altrimenti non reggo i carichi di lavoro e il riposo assoluto non serve a nulla, anzi paradossalmente peggiora le cose perchè più glutei e quadricipiti sono tonici e più il tendine rimane dove la natura lo ha messo anzichè mettersi a strisciare contro tutto quello che trova sul suo percorso. Quindi nonostante siano di una noia mortale, e si faccia una gran fatica, mi sono fatto tutta la serie di plank, cruch bassi, piegamenti sulle braccia (non sembra ma servono pure quelli) e poi una montagna di streching.

Subito alla fine della seduta ho percepito un miglioramento e anche stamattina cammino senza accusare dolore. Prova ne è che prima di iniziare gli allungamenti facendo scorrere il pollice lungo il tendine (sulla parte laterale della coscia fino al ginocchio) sentivo un gran male mentre dopo quasi zero. Il problema va assolutamente risolto perchè così è impossibile correre e pedalare, farlo non solo è doloroso ma peggiora la situazione Stasera quindi ancora core e poi nuoto. Niente stupidaggini altrimenti metto seriamente a rischio Roma.

Core stability
4×1′ Plank con una gamba sollevata (alterando dx e sx)
3×20 Crunch bassi
4×1′ Plank obliqui
3×20 Crunch bassi
4×1′ Plank con piedi su pallone (di quelli grandi su sui si fanno anche gli addominali)
3×20 Crunch bassi
5×20 piegamenti sulle braccia