Quando una stella esaurisce tutti gli altri nuclei leggeri e arriva ad essere composta in gran parte di ferro, la reazione nucleare di fusione nel suo nucleo si ferma, provocando il collasso della stella su sé stessa e dando origine ad una supernova.
Il ferro non è un elemento qualsiasi della tavola periodica, è l’ultimo atomo che una stella produce prima di esalare il suo respiro finale. Che poi altro non è che una spettacolare esplosione in cui vengono generati altri elementi chimici più pesanti successivamente disseminati in giro per l’universo. Insomma, in un processo in cui il destino di energia e materia è strettamente legato, il ferro rappresenta il raggiungimento della massima potenzialità di un sistema, prodotto ultimo prima di un suo radicale e (molto probabilmente) irreversibile cambiamento.
Per le sue caratteristiche meccaniche fu tanto importante da dare il nome ad un intero periodo storico, l’età del Ferro per l’appunto, la fase più avanzata della preistoria umana nella quale a fronte di una relativa evoluzione sociale e tecnica la vita degli esseri umani senza dubbio continuava ad essere una battaglia quotidiana per la sopravvivenza. Una vita regolata dalle leggi della natura, la cui sfida era innanzitutto rappresentata dalla necessità di sopravvivere, circondati da un ambiente ostile e impegnati nel tentativo di comprenderlo e controllarlo.
Da sempre il ferro simboleggia la forza e la capacità di resistenza, ed è forse per questo che alla fine del 1977 a un gruppetto di sportivi delle Hawaii venne in mente di sfidarsi per sapere chi tra nuotatori, ciclisti e runner sarebbe stato più forte in una gara singola. E così, sommando tre tradizionali percorsi di gara (la Waikiki Roughwater Swim (2.4 mi./3.86 km), la Around-Oahu Bike Race (115 mi./185.07 km, ridotto agli attuali 180km) e l’Honolulu Marathon (26.219 mi./42.195 km) si decise che il primo a tagliare il traguardo sarebbe stato chiamato Iron man.
Da allora la competizione ha attirato sempre più atleti da tutto il mondo, tanto che per selezionare i fortunati partecipanti al “World Championship” delle Hawaii è stata creata una vera e propria serie mondiale, il cui livello di competizione è altissimo non solo tra i professionisti ma anche tra i cosidetti “age group”, atleti dilettanti che coltivano il sogno di diventare Iron man finisher sul traguardo di Kona.
Sorvolando sulla durezza della competizione e sul motto che la contraddistingue “Swim 2.4 miles! Bike 112 miles! Run 26.2 miles! Brag for the rest of your life” (come scritto a penna sull’ultimo foglio del primo regolamento nel 1978), non la farò tanto lunga per dirvi che, come avrete capito, il sogno di passare sotto quel traguardo ha catturato anche lo scrivente.
Questo blog è il mio diario di viaggio verso Kona, e che io ci arrivi o meno lo utilizzerò per condividere i miei pensieri con chiunque avrà voglia di conoscerli. Nell’intento di dare forza e conforto a me stesso e forse ispirare qualcuno.