L'era del Ferro

Dal divano alla finish line

Carne, sangue e sudore, degli altri – Week 11 IM Klagenfurt

6 commenti

La felicità del nuovo PB sulla mezza in 1h31'40".

La felicità del nuovo PB sulla mezza in 1h31’40”.

Tecnicamente questo dovrebbe essere un pezzo sulla Stramilano, sul fatto che non mi piace correre in quella città  (perché le scene imbarazzanti tra automobilisti e runner che si vedono lì dovrebbero essere solo dimenticate), sulle previsioni meteo drammatiche clamorosamente smentite, sul mio miglior tempo fatto in una mezza (ufficiosamente 1h31’40”, ufficialmente 1h32’08” causa 28″ di sosta pipì per il freddo porco preso prima del via) e su come procede la preparazione per Klagenfurt.

Invece vaffanculo ai tempi, vaffanculo alle soglie, vaffanculo alle tabelle.

Le mie grandi gioie degli ultimi anni non sono stati né l’Ironman né i record (personalissimi) seminati in giro per il mondo.  No, la vera magia sono stati i rapporti allacciati, le amicizie strette, fortissime, le persone incontrate. La verità è che senza di loro non sarei andato da nessuna parte, e che il destino ci avvicina o ci allontana tutti per ragioni ben precise, e tutti i legami che si creano hanno il loro perché. Fai scelte sbagliate? arriveranno persone sbagliate. Ti incammini sul sentiero giusto? Nonostante errori, inciampi e battute d’arresto, attorno a te si costruirà una rete di persone che ti faranno bene.

Come le chiacchiere tra tre sconosciuti oggi congelando su una panchina del parco Sempione aspettando lo start, e poi uno degli sconosciuti scopri che è un trailer che abita vicino a te (guarda caso proprio un trailer con il Sellaronda che mi tenta così tanto),  l’altro l’amico di una tua amica runner, che per caso corre la tua stessa gara e ti porta una coperta termica che ti salva dal congelamento e un gel (scemo io a dimenticarlo, ve l’ho detto che non avevo voglia di farla) che ti salva la gamba. Poi in griglia e sul percorso, incrociare tante persone con cui hai condiviso altre gare, momenti belli e crisi clamorose, corse in caldi africani, pedalate sotto la pioggia tipo monsoni del sud est asiatico e bracciate (forse anche calci e pugni) in un metro e passa d’onda. Trovate e tenute strette che perderle è un peccato mortale. E poi la felicità, la soddisfazione, l’orgoglio di qualche folle che si affida a te perché in qualche modo la bellezza di mettersi in gioco sei riuscita a comunicargliela. E allora i risultati dei tuoi pupils diventano più importanti dei tuoi, ogni piccolo loro miglioramento è un regalo e quando sono i loro tendini, i loro muscoli a dolere, o la testa a fare pensieri cupi, anche la loro sofferenza diventa la tua.

Se tutte queste persone non ci fossero state non sarebbe arrivato nessun tempo, perché sarebbe mancata la gioia che solo le relazioni umane, in cui ci si scambia passione, possono dare. E con la gioia la testa leggera, con la testa leggera la corsa fluida. Dopo, solo dopo, il tempo scritto sul cronometro. Sì certo, direte voi, senza le tabelle, le soglie e la tecnica non sarei arrivato neanche in fondo alla gara. Vero. Ma il senso di nuotare, pedalare e correre, non lo troveremo mai in un programma di allenamento, nell’ordine di arrivo di una gara o nei grafici sofisticati del GPS. Il senso è nella carne, nel sangue e nel sudore di chi è sulla strada con noi, se non lo capiamo tanto vale rimanere seduti sul divano.

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6 thoughts on “Carne, sangue e sudore, degli altri – Week 11 IM Klagenfurt

  1. Ma tu davvero ce l’hai un divano?? 🙂

    Bello questo post, davvero!

  2. “Il senso è nella carne, nel sangue e nel sudore”. Grande!

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