Ci vuole poco, pochissimo per essere felice. Basta mettere in fila 7 giorni con 7 allenamenti, riprendere a nuotare dopo due mesi di infortunio, tornare a correre un diecimila in 42′ (senza intenzione) e soprattutto mettere 70 km sulla tua amata bici da crono, in una giornata tiepida e assolata, chiusa con 9 km di corsa facile che ti fa ricordare come ti sentivi durante la maratona del tuo primo Ironman.

Beh ok, non è poco, è tantissimo. E’ il privilegio di essere sani e di avere la possibilità di fare ciò che ami. Un privilegio che un po’ bisogna lottare per ottenerlo, sotto tutti gli aspetti.

Eh sì, la spalla è sostanzialmente tornata a posto. E’ una specie di magia, ok mi sono impegnato parecchio in queste ultime settimane con lo stretching e gli esercizi di potenziamento (noiosissimi) però la vera svolta è arrivata quando ho ripreso a nuotare (con cautela) e proprio domenica scorsa, mettendomi bello lungo sdraiato, sono tornato a pedalare sulla Argon. La mia spiegazione assolutamente non scientifica e non raccomandabile (non fatelo, andate dal fisiatra, ortopedico, osteopata, quel che vi pare ma non fate da soli) è che semplicemente il mio simpatico tendine capo lungo avesse solo bisogno di tornare a fare quello che si era ormai abituato a fare, anziché starsene fermo a piangersi addosso. Certo dopo la piscina o la bici continuo a applicare il ghiaccio ma la mattina successiva sto bene, o comunque meglio del giorno precedente. E così ogni giorno.

E poi la questione del tempo. Il tempo non è che uno ce l’ha e un altro non ce l’ha. Il tempo uno se lo crea, se lo ricava, se lo costruisce. Chi dice “non ho tempo” si sta solo inventando una scusa, non credetegli, e se quel qualcuno siete voi allora vi state dicendo una bugia. Se riusciamo a far diventare questo spazio per noi stessi una abitudine ci sentiremo meglio e saremo persone migliori con i nostri cari nonché più produttivi sul lavoro. Parola di Ironman, marito, lavoratore felice.

TABELLA SETTIMANA 5