Fatica, una gran fatica. No accidenti non è quella che faccio ad allenarmi ma quella che faccio a mantenermi su un livello accettabile di pazienza con questa stupida tendinite alla spalla, anzi ormai al braccio perché per fortuna è interessata solo un porzione del capo lungo.
Sembra che abbia trovato la quadra grazie alla combinazione di ghiaccio e esercizi di rinforzo per braccia e schiena ma ancora la strada è lunga. Se non altro non provo quasi più fastidio nella vita quotidiana, preludio alla definitiva guarigione sempre che continui con gli esercizietti e la crioterapia.
Mi sono anche fatto dare un’occhiata da Salvatore, che non solo mi ha insegnato a nuotare tre anni fa ma si sta ora specializzando in posturologia. A quanto pare ho un “assetto” tutt’altro che ideale ed è esattamente per questo che fatico così tanto a allungare le catene muscolari, mi faccio male così spesso (tendine d’Achille, bandelletta, ora la cuffia) e sono così legato nei movimenti. In pratica se riuscissimo a ristabilire la giusta postura, appunto, non solo sarei meno soggetto agli infortuni ma migliorerei notevolmente le mie prestazioni. E’ come se il motore che ho messo su non riuscisse a esprimere tutto il suo potenziale perché bloccato da un telaio inadeguato (lezione appresa da coach Frankie).
E allora, come mi ero ripromesso qualche settimana fa, inizierò un ciclo di sedute “dal carrozziere” sacrificando magari qualche ora di allenamento nei tre sport pur di affrontare in modo radicale questo mio punto di debolezza. Troppo spesso gli atleti amatoriali trascurano questa fase di analisi di base del proprio fisico, finendo con il continuare a mettere in atto atteggiamenti sbagliati che a lungo andare li danneggiano in modo irreparabile. Preso dalla foga del primo IM anche io ho commesso questo errore, che probabilmente è all’origine proprio dell’infiammazione alla cuffia, dato che le spalle sono molto chiuse per il tanto stile libero e la quasi totale assenza di allenamenti a dorso.
Intanto gennaio si è chiuso con due settimane sempre principalmente orientate alla forza, specialmente nella corsa con dentro ancora diversi collinari e le sedute di spinbike fatte apposta per squagliarti le gambe. Due i lunghi run, un 19 km collinare molto duro e molto soddisfacente e poi 17 km al Parco di Monza chiusi a 4’35″\km, che certifica come mi manchino ancora 15\20 secondi\chilometro per tornare a essere quello che ero un anno fa.
Niente nuoto naturalmente, e la cosa mi preoccupa un po’.