L'era del Ferro

Dal divano alla finish line

Delle virtù necessarie e delle presunte impossibilità – Week 1 IM Klagenfurt

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Se avessi dovuto dare ascolto a tanti circa l’opportunità, e ancora di più, le possibilità di portare in fondo la missione Florida avrei dovuto lasciar perdere, anzi, non avrei proprio neanche dovuto pensare di fare un Ironman. E ancora, se avessi dovuto fondare la preparazione unicamente sulla forza e sull’integrità fisica sarei ancora lì a aspettare di riprendere gli allenamenti dopo l’ennesima problema al tendine d’Achille, o alla bandelletta o alla cuffia.

Fortunatamente me ne sono fregato come sempre di tutto e ho fatto quasi completamente di testa mia. O meglio, ho dato solo retta alle persone che hanno creduto in me, allontanandomi con un sorriso di circostanziata cortesia da chi per un motivo o per l’altro non aveva intenzione di sostenermi.

Per fortuna che sulle spalle ho questa esperienza, perché l’avvio della missione Austria è stato tutt’altro che semplice. La conclusione improvvisa e dolorosa della malattia di papà, il crollo fisico che ne è seguito, i dubbi esistenziali che mi hanno assalito, tutto è sembrato (sembra tutt’ora) complottare e suggerirmi “molla, tanto hai dimostrato a te stesso che ne sei capace. Datti tregua”. Ho invece cercato di non farmi condizionare da tutto questo e di guardare al futuro con fiducia, consapevole dei miei mezzi e soprattutto che non è la forza bruta a portare i risultati in questo sport bensì l’attenta gestione dei carichi di lavoro possibile solo con un costante lavoro mentale. Le competizioni di endurance lo sono non tanto per la distanza da percorrere in gara ma per il peso della preparazione, gestibile solo se si riesce a rimanere molto lucidi e  reattivi con la testa: per superare gli inevitabili infortuni, i momenti di “down” emotivo, le condizioni esterne difficoltose.

Non solo in settimana 1 ho dovuto quindi fare a meno di nuotare ma chissà ancora per quanto tempo. L’iper-infiammazione a due tendini della cuffia è ridotta e mi permette quanto meno una vita normale, però ancora il completo movimento del braccio destro è un miraggio.

Ho comunque messo in tasca tre sessioni di bici indoor e due corse, una bella 5 x (2k forte + 1 k piano) e un 26 km un po’ mosso in cui ho ritrovato le belle sensazioni che solo il running può dare. Ancora sono legato, a corto di fiato e con poca elasticità nelle caviglie però vedo che la curva di miglioramento è bella ripida, non dovrebbe volerci troppo. Obiettivo è arrivare alla Romeo e Giulietta Half Marathon di Verona a metà febbraio in forma. Non dico già sui livelli del 2013 perchè 1h31′ la vedo dura…ma neppure troppo distante.

Cosa più importante di tutto, ho fatto il bravo, anzi il bravissimo, e mi sono messo con diligenza a fare stretching alla fine di ogni allenamento. Uno dei miei limiti lo scorso anno è stata sicuramente la grande fragilità e la scarsa elasticità, per il 2014 vorrei provare a migliorare sotto questo aspetto, piuttosto accorciando un po’ le sedute ma curando molto la salute generale. Ho la sensazione che alla lunga sia un approccio che renda molto anche sotto il profilo della prestazione, seppure “perdere” chilometri a prima vista possa apparire delittuoso.

Un lungo così non lo facevo da un bel pezzo...

Un lungo così lungo non lo facevo da un bel pezzo…

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One thought on “Delle virtù necessarie e delle presunte impossibilità – Week 1 IM Klagenfurt

  1. Matte per me sei su un’ottima strada. Ancora più luminosa di quella che ti ha portato in Florida. Me lo sento … e se me lo sento io … Believe it!

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