L'era del Ferro

Dal divano alla finish line


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Triathlon Olimpico di Bardolino

Se l’avessi scritto qualche ora fa, questo post, ne sarebbe risultato un Matteo arrabbiatissimo con se stesso per aver nuotato la peggior prima frazione della sua vita. Invece grazie ai consigli di qualcuno che mi vuole bene e alle riflessioni sulla resilienza ora sono in una condizione di spirito tranquilla. E allora cominciamo dall’inizio.

A Bardolino mi sono iscritto su suggerimento del coach, non perché fosse funzionale alla preparazione per la Florida (troppo corto), ma perché questa edizione avrebbe celebrato la storia del triathlon italiano. Quest’anno si festeggiava infatti la 30esima edizione della gara e con questa ottima scusa, oltre che per l’organizzazione quasi perfetta, la Polisportiva Porta Saragozza ha messo assieme un bel drappello di partecipanti. Qualcuno aveva questo appuntamento nel mirino come gara top della stagione e qualcun altro, come il coach stesso, Jacopo e il sottoscritto, semplicemente puntava a divertirsi e “scaricare” il supercombinato della settimana. Una cosa tranquilla, dunque.

Premesse per una sabato di tranquillità, però poi quando entro in zona cambio per preparare la mia postazione l’adrenalina comincia a pompare violentemente e allora non c’è aspetto ludico che tenga. Voglio fare bene e basta. Così la mia avversione per le gare corte si è ulteriormente acuita al pensiero della scia autorizzata (proprio non mi piace, la considero agli antipodi dello spirito di questo sport) e il mio umore è ulteriormente peggiorato alla notizia della muta vietata (temperatura dell’acqua oltre i 26 gradi) per tutti tranne che per gli over 50, guarda caso posizionati in partenza subito dietro la mia griglia (la settima di 8 per un totale di circa 1400 iscritti).

Pronti via, prendo una buona posizione verso la boa e dopo un po’ di gomitate nei primi metri la situazione si stabilizza. Mi metto proprio in mezzo a due avversari (uno a destra e uno a sinistra, io un pochino indietro) in modo da sfruttare il massimo della scia. Va tutto liscio fino alla boa di ritorno (circa 700m) dove veniamo raggiunti dai “muta dotati” e giù di nuovo con botte e spintoni. Non me ne accorgo ma la velocità scende moltissimo (si vede chiaramento dallo scarico del Garmin) e ad un certo punto avverto anche molta fatica. Non sembrano 1500m ma molti di più. Chiudo in 37′ (percorrendo 1600m), quando normalmente questa distanza la riesco a coprire in 32′. Preso dall’agonismo però non me ne rendo conto (per fortuna) e volo verso la bici. La transizione non è male, per i miei standard, e appena salito sulla bici ingoio un piccolo panino con la marmellata e bevo un po’ di sali, giusto in tempo per attaccare la prima salita dove comincio a mangiarmi manciate di concorrenti.

Proprio negli ultimi metri della salita mi aggancio a un gruppetto di 4/5 persone che mi sembrano avere un buon passo, ci mettiamo in fila e iniziamo a viaggiare a buona velocità fino a quando il primo non si sfila e…nessuno gli dà il cambio. Rallentiamo vistosamente e per un bel po’ ci tiriamo avanti così, guardandoci storti fino a quando arci stufo della situazione non mi metto in testa io. Siamo già oltre il decimo chilometro di bici (sui 40 previsti) e il percorso vallonato non offre spazio per andare via da soli, anzi ormai saremo un gruppo almeno di 20. Decido di rimanere sempre nelle prime due\tre posizioni perché il gruppo spesso strappa e non voglio rischiare di rimanere tagliato fuori nel caso il drappello dei più forti decida di partire.  Ad un certo punto mentre sono in testa (e sto girando comunque abbastanza agile) parte uno da dietro a tutta velocità, mi giro per vedere se qualcuno gli va dietro e nessuno ovviamente si muove, al che butto giù due denti e chiudo il buco. Il Garmin dice 42 km/h e la cosa divertente è che proseguiamo intorno ai 38 all’ora per 5 chilometri buoni. Me ne rimango comodo in seconda posizione fino a quando sull’ultimo strappo il gruppo si sgretola. Sono sul mio terreno e salgo per bene sempre recuperando posizioni, poi discesa finale con qualche tornante insidioso e finalmente la zona cambio.

I primi passi della frazione corsa sono come al solito un po’ impacciati. Sono rigido, la falcata corta e le ginocchia si alzano pochissimo. Non aiuta la salitella posta dopo 400m, mi serve qualche chilometro per sciogliermi e cominciare a muovermi in maniera decente. Funziono bene, mi metto su un buon ritmo che conservo fino alla fine chiudendo alla media di 4’37”\km. Mi sono divertito e sono decisamente soddisfatto di quanto fatto in bici e a piedi.

Alla fine sono 598esimo in 2h44’ e rotti.

La frazione nuoto è disastrosa, una delle peggiori di sempre, finita in 37’13” a 2’28”/100m di media (2’18” secondo il Garmin che mi dà 1600 metri percorsi anziché 1500). La ragione non la conosco, a guardare i dati si vede che dopo la boa la velocità si riduce tantissimo e credo (credo) il motivo sia da attribuirsi al fatto che è stato come fare due partenze mentre di solito nella seconda parte a gruppo sgranato tendo a nuotare molto più veloce che nella prima. Certo di mazzate ne ho prese parecchie e ho sempre viaggiato nel traffico ma sul momento non ho vissuto male la situazione, non me ne sono proprio reso conto dello scadimento della performance. Lezione importante. Sono uscito dall’acqua in posizione 814.

La bici è andata decisamente bene nonostante non sia proprio finito in mezzo a un gruppo con il coltello tra i denti, anzi. Mi hanno salvato le due salite, il falsopiano in salita percorso in scia a quel pazzo che ci ha tirato a quasi 40 km/h e l’aver conservato le gambe con un buon compromesso tra risparmio e contributo alla velocità del gruppo. Media oltre i 32 all’ora e quasi 100 posizioni recuperate.

La corsa è andata decisamente bene, con il 353esimo tempo della frazione ho agguantato la posizione 598 in classifica generale. Di sicuro avrei potuto fare di meglio ma considerato che ho scaricato una settimana pesante e che le gare corte non sono esattamente ciò per cui mi sto allenando da più di 6 mesi…beh è andata bene così.

Classifica

Rilevamento Km Tempo
totale
Media
totale
Pos
totale
Media
frazione
Pos
frazione
Swim 1,50 0:37:13 2’28” min/100m 814 2’28” min/100m 814
T1 1,60 0:40:28 25’17” min/Km 813 0,10 0:03:15
Bike 41,60 1:54:38 21,77 Km/h 718 32,36 Km/h 630
T2 41,65 1:56:49 2’48” min/Km 718 0,05 0:02:11
Run 51,65 2:44:05 3’10” min/Km 598 4’43” min/Km 353
Arrivo 51,65 2:44:05 18,89 Km/h 598 0,00

Scarico dati Garmin nuoto

Scarico dati Garmin bici (mancano i primi 11 km)

Scarico dati Garmin run

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Training Report – Week 33

E’ stata la settimana del primo combinato superlungo e dell’olimpico di Bardolino, sette giorni riassumibili in queste cifre: 7 km a nuoto, 212 in bicicletta e 28 a piedi, per un totale di quasi 14 ore di allenamento.  Ad analizzare in dettaglio questi numeri passo dalla soddisfazione per alcune sessioni (il nuoto di lunedì, la bici di mercoledì e le frazioni bici e corsa di sabato in gara) alla depressione\incazzatura per altre (la corsa di mercoledì, il nuoto di sabato), dovendo poi ricordarmi che le variabili in gioco sono talmente tante (basti pensare a temperatura e umidità) che forse forse dovrei guardare poco o niente le cifre e ascoltare il mio corpo. E il mio corpo mi dice che sto bene.

Certo che tra il caldo, che soffro parecchio, e gli allenamenti ormai orientati ai lunghi a ritmi blandi, non riesco più a vedere né i picchi di battiti né il passo al chilometro che facevo quest’inverno. Il 4’11” sui 13 km di metà aprile è ormai un pallido ricordo, e già chiudere i 10.000 a 4’30” è da ritenersi un successo. Sarà che ho sempre bisogno di conferme sul fatto che “sto bene” ma tutti questi lunghissimi estivi non aiutano per niente. Devo fidarmi, di chi mi prepara, del bodygram che dice che ho ancora molto margine di crescita, soprattutto di me stesso.

A proposito di bodygram, da martedì ho iniziato a seguire un regime dietetico ad hoc, visto che uno dei problemi emersi in questi mesi è stata la mancanza di “benzina” probabilmente a causa di un’alimentazione scarsa per quantità e soprattutto qualità. Dopo aver eseguito una serie di test da uno specialista (secondo cui, tra l’altro peso 63,9 kg e ho il 9,4% di massa grassa) mi è stata aumentata enormemente la dose di carboidrati, concentrati nella prima parte della giornata, mentre le proteine sono riservate alla sera. Eliminati quasi completamente latticini, insaccati e carne. La sensazione è che in allenamento ora ho più energie, vedremo nei prossimi mesi gli esiti di questo esperimento.

Lunedì 17 giugno – Nuoto

Seduta 15 x 200 m fatta molto forte. 14 delle 15 ripetizioni sotto il passo dei 2 minuti. Sono riuscito a stare concentrato sullo scivolamento, tenendo spalle e sedere molto fuori dall’acqua, senza far affondare le mani e rollando il corpo leggermente in mondo da ridurre la resistenza della sezione frontale. Quando faccio tutto così per bene e con calma il cronometro mi ripaga con grande soddisfazione.

Distanza: 3000 m

Tempo: 1h04′

Passo: 1’55″\100 m

Scarico dati Garmin

Martedì 18 giugno – Riposo

Mercoledì 19 giugno – combinato bici + corsa

Coach Frankie e Leonardo mi hanno raggiunto a Parma per il temibile primo supercombinato della stagione. Previsti 140 km in sella (o l’equivalente di 4h30′) + 28 km run. Giornata di ferie e alla partenza cielo azzurro come premessa di un buon allenamento (ore 10 del mattino), peccato che la temperatura fosse già altissima con l’aggiunta di parecchia umidità. Siamo saliti alla Cisa e tornati giù in poco più di 5 ore, mettendoci dentro quasi 1400 metri di dislivello positivo. Ottime le sensazioni in bici, gambe reattive e stomaco ok sperimentando la nuova alimentazione da gara (panini con marmellata o miele + frutta secca ogni 45′).

Una volta rientrati a Parma e scesi dalla bicicletta però la situazione è precipitata. Abbiamo cominciato a correre intorno alle 15:30, con una temperatura di 34 gradi e pochissima ombra lungo il percorso. Sono partito troppo forte (4’50”) rendendomi conto dopo un paio di chilometri che avrei dovuto decisamente rallentare. In breve a causa della calura ho cominciato ad avere pessime sensazioni, freddo e pelle d’oca. Quasi un principio di insolazione. L’unica soluzione è stata bere e bagnarmi testa e braccia ogni 4 km, finché piano piano il sole è calato e con lui la temperatura, mentre l’ombra si estendeva progressivamente. Un panino al quinto chilometro mi ha ridato fiducia ed energie anche se a partire dall’ottavo ho dovuto iniziare ad alternare 1 km di corsa a 1 km di passo. Sono andato avanti così fino al quindicesimo quando ho deciso che poteva bastare. 1h39′ di corsa in quelle condizioni dopo tutta quella bici sono stati più che sufficienti.

Tempo totale: 6h52′

Tempo bici: 5h6′

Distanza bici: 128 km

Velocità media bici: 25,2 km/h

Dislivello positivo: 1392 metri

Tempo corsa: 1h39′

Distanza corsa: 15,5 km

Passo corsa: 6’26″/km

Scarico dati Garmin – bici

Scarico dati Garmin – run

Giovedì 20 giugno – Nuoto

Ancora provato dal supercombinato concluso 24 ore prima mi sono cimentato in una nuotata defaticante che ovviamente è uscita un po’ lenta. 3x400m + 3 x 200 m + 6 x 100 m il menù di giornata concluso a 2’02″/100m. Neanche tanto male per la fiacchezza che avevo addosso.

Tempo totale: 54’36”

Distanza: 2400 m

Passo: 2’02″/100 m

Scarico dati Garmin

Venerdì 21 giugno – Riposo

Sabato 22 giugno – Triathlon Olimpico Bardolino

Domenica 23 giugno – Bici + corsa

Domenica mattina mi sono concesso un’uscita tranquilla in bici da 2 orette, prima sulle belle strade vallonate e deserte delle colline moreniche e poi sulla deliziosa gardesana orientale di nuovo quasi fino a Bardolino. Vista l’ora il traffico sulla costa è rimasto entro canoni più che accettabili e il venticello fresco ha comunque compensato le piccole scocciature derivanti dalle auto e dai pullman che hanno tentato di travolgermi in un paio di occasioni.

Non ho particolarmente risentito della gara del giorno precedente, anzi soprattutto in bici ho trovato una gamba vispa e ancora abbastanza “esplosiva”. Bene anche la corsetta (niente più che 3,3 km) fatta a ritmo sostenuto su percorso collinare, giusto per metabolizzare al meglio la transizione e fare un po’ di lavoro di qualità visto che tanto ormai vado solo di lunghi a passo tapasciata. E’ sempre bello spingere forte sulle caviglie e soprattutto vedere il cuore che si alza mentre in contemporanea si abbassa il passo al chilometro.

Scarico dati Garmin – bici

Scarico dati Garmin – run