L’ho già scritto qui e là ma vale la pena di ribadirlo: la cosa più bella che mi sia capitata da quando ho iniziato ad allenarmi per l’Ironman sono i tantissimi nuovi amici che ho incontrato, anzi, come mi piace dire, in cui mi sono “imbattuto”. L’aspetto più sorprendente è che tutto è nato dal casuale incontro su Twitter con coach Frankie, a sua volta generato dall’appropriato uso del tag #run e dalla scoperta dei Runloveri, senza il quale oggi non sarei qui a dire di aver concluso 2 mezzi Ironman in 33 giorni, meno di 12 mesi dopo il mio debutto assoluto in quella che lo scorso anno era per me una disciplina sconosciuta. A proposito, sabato si celebra il “rito” di iniziazione dello Sprint di San Giovanni in Persiceto, lì dove tutto è iniziato: in bocca al lupo a tutti i novizi della Polisportiva Porta Saragozza.
Il coach mi ha portato dentro questo mondo, prima inimmaginabile, fatto di passione, dedizione e solidarietà. Sì perché quando si condivide la fatica, quando si superano insieme le difficoltà si diventa fratelli e sorelle. E’ la lezione dello sport, un insegnamento di cui raramente si fa tesoro e che spiega in maniera molto semplice per quale ragione bisognerebbe investire di più in questo settore e soprattutto nella diffusione della sua cultura tra i più piccoli. Sarebbe un piccolo mattoncino utile alla costruzione di un mondo migliore.
Prendere parte ad una gara importante è bello di per sé ma parteciparvi insieme al coach e a tanti compagni di squadra è il massimo. Domenica mattina, quando siamo entrati tutti insieme dentro l’area di transizione per preparare i cambi avrei potuto avere paura, paura di affrontare una sfida difficile, nuotare nel mare agitato, sentire il freddo in bici e provare dolore durante la corsa. E invece mi guardavo intorno e vedevo le divise giallo blu della nostra amata società, i volti degli amici intenti a non lasciare nulla al caso, sentendo poco a poco tornare calore e sicurezza.
E poi con il tempo si sono aggiunte tante altre persone, ciascuna che in un modo o nell’altro mi sta aiutando a raggiungere l’obiettivo, e tutte incredibilmente riunite a Rimini nello stesso week end. Roberto (la nostra lepre dei combinati in Romagna), Alice (triatleta in erba se possibile più sognatrice e entusiasta di me) con Gus e le nuove scoperte Marco e Davide “Mc”Meda, senza dimenticare la banda di matti Runlovers formata da Big, Martino Tino Mar Pietropoli, Jack e dalla mia psicoterapeuta Anne, che anche se non c’erano era lì con me, senza contare i tanti amici di twitter che mi sostengono (ma soprattutto sopportano). E ovviamente, su tutti, la mia mogliettina paziente e dolce che più di tutti si cucca sveglie ad orari improbabili, mi aspetta a casa quando rientro la sera tardi per completare gli allenamenti, week end di gara in posti dimenticati dalla civiltà, e che per farsi passare le ore in cui sono impegnato in corsa ha persino imparato a fare le foto (quelle di questo post sono sue).
Insomma, senza tutte queste persone accanto a me tutto questo di sicuro non avrebbe la stesso valore. E poi chiamatelo sport individuale.

Alice al debutto in mare ha scelto una giornatina tranquilla. Micol si assicura che non imbarchi acqua.
Maggio 31, 2013 alle 11:08 am
Ben detto!! questa e’ una comunita’ molto unita dove tutti si supportano e si aiutano quando c’e’ bisogno … qualche anno con l’oceano agitato e a 57F nuotavamo in gruppo e ogni 5 bracciate ci si fermava a controllare che fossimo ancora tutti insieme … e non posso neanche contare le gare dove ho visto i partecipanti “prestarsi” le cose che avevano dimenticato (occhialini, calze, bottiglie per la bici,…) .. come una grande famiglia!
Maggio 31, 2013 alle 3:30 PM
Proprio così 🙂
Maggio 31, 2013 alle 6:53 PM
Lo sa che c’ero? C’ero davvero e ho fatto pure delle foto che mi vergogno a pubblicare non so perché. Forse semplicemente perché in questo periodo ho smesso di correre e studio tantissimo per passare questo benedetto esame di maturitá. Mi sta consumando. Ma c’ero. E ho visto De Gasperi e Pannier e McCormack e un sacco di altra gente che solo a guardarla gli leggevi in faccia la dedizione, la passione per lo sport, la fatica, la gioia. E ho apprezzato Cristian Casali ed il suo inchino verso il pubblico al traguardo e la sua vicinanza ai fan e la terza classificata delle donne con il suo bimbo in braccio. Insomma. Bellissimo.
Ma non conoscevo nessuno per cui tifare e per cui sgolarmi. Cosí sono stata silenziosa, imparando le lezioni e incrociando gli sguardi dei campioni e di quegli uomini cosí muscolosi. Mi sono sentita piccola, un po’ fuori luogo, ma felice. É lo stesso. Io non ho amici runner peró sono felice di avere questa passione anche se ora non vi sono proprio dedita. Vi ammiro per il coraggio. Il mare é stato tremendo. Per un po’ sono stata a bocca aperta ad odiarlo, ma poi ho visto le donne felici e mi sono sciolta con quelle onde… É andato tutto bene. Meno male.
Maggio 31, 2013 alle 7:05 PM
Beh intanto ci sono io come amico runner 🙂 ma soprattutto, perché non mi hai chiamato quando passavo davanti a te???? Mi avresti dato un gran cinque e trasmesso un sacco di energia di cui avevo un sacco bisogno. Che peccato 😦